Il Salone dell'Auto di Pechino si è aperto domenica con la prima delle giornate stampa. Un'occasione per fare il punto su uno dei mercati più dinamici del mondo e per verificare le ultime tendenze dei consumatori cinesi. Sono attesi 600mila visitatori, di cui 30mila dall'estero; a testimoniare della crescente importanza della rassegna, l'edizione 2008 vede una raffica di prime mondiali anche da parte delle grandi case straniere – che puntano molto sulla crescita nei mercati emergenti per compensare le difficoltà sia negli Stati Uniti, che in Europa che in Giappone.
Il mercato.
Con i prezzi delle vetture in calo del 5% in media nel 2007 e i redditi in aumento del 12% nelle grandi città, non c'è da stupirsi che il mercato sia in pieno boom (+21% l'anno scorso rispetto al 2006) e che il caro petrolio non abbia finora frenato la crescita: la previsione per il 2008 è che le vendite salgano oltre i 6 milioni di auto dai 5,2 dell'anno scorso. La classifica 2007 per i vari segmenti (elaborata da Automotive News su dati Automotive Resources Asia) vede in testa le auto medie e medio-piccole (che da noi equivalgono pressappoco a Bravo e Punto), che sommate pesano per oltre il 60% del mercato. Fanno impressione però il balzo dei Suv (+50%) e delle auto di lusso (+35%), che testimoniano dell'affermazione di una classe ad alto reddito che trova nell'auto uno status symbol. Un mercato ben diverso, insomma, dall'India con la sua auto da 2mila euro. Non decollano invece le microcar, che sono molto più popolari in Europa; anche se il traffico delle megalopoli cinesi peggiora di anno in anno e potrebbe cambiare le cose in tempi brevi: non è un caso che la Mercedes abbia deciso di portare in Cina la Smart e che la Fiat stia valutando di vendere la 500.
Quanto alla classifica per marche, anche se importare in Cina resta difficilissimo, a causa dei dazi elevati, il mercato è dominato dalle joint venture dei costruttori stranieri: secondo i dati pubblicati di recente da Automotive News, la Volkswagen è il primo marchio, con il 17% del mercato davanti a General Motors, Toyota e Honda. Le joint venture con marchi stranieri rappresentano oltre il 70% delle vendite contro meno del 30% per i locali, tra le quali c'è in testa Chery. Ciascun produttore occidentale può avere due diversi partner cinesi (e viceversa). Questa possibilità è stata sfruttata da tutti i big e porta spesso a risultati curiosi: proprio la Volkswagen ha presentato al Salone due vetture – Lavida e New Bora – frutto delle due società miste con Saic e Faw ma derivate dalla stessa piattaforma e piuttosto simili nell'aspetto, ovvero berline a tre volumi.
I modelli.
Proprio quest'ultimo segmento (le berline con bagagliaio sporgente, che qui in Europa sono da tempo in ritirata) vede al Salone il maggior numero di novità. Tale è la preferenza dei cinesi per le tre volumi, che molte auto europee a due volumi vengono adattate allo scopo – come la Citroen C-Elysée, derivata dalla vecchia ZX, o la Opel Astra con bagagliaio – presentate entrambe quest'anno. C'è anche una prima assoluta: la Buick Invicta, del gruppo General Motors, che verrà venduta sia in Cina che negli Stati Uniti. Non è l'unica première mondiale del Salone: Audi e Mercedes hanno presentato qui i loro SUV A5 e GLK. Per la nuova classe media che può permettersi l'auto arrivano modelli di massa già presenti in Europa, come la Toyota Yaris e – entro fine 2008 – la Fiat Punto.
I cinesi non stanno con le mani in mano, sia quelli indipendenti che i big Saic e Faw, alleati degli stranieri. Saic, che ha lanciato l'anno scorso il marchio Roewe (dopo aver acquistato parte delle attività Rover in Gran Bretagna), ha presentato la 550 (erede della vecchia 750, ovvero Rover 75). Great Wall, specialista nei Suv (esportati anche in Italia), ha esposto più di una versione della Gwperi, un clone della Fiat Panda; la Geely lancia un'auto che si chiama Panda, anche se della Fiat ha solo il nome e dell'orsetto cinese i fari…. ovvero gli occhi. La Great Wall intende lanciare l'anno prossimo la nuova versione del Suv per l'Europa. Chery punta su una nuova versione della QQ, imitazione della Chevrolet Matiz. Dietro alle novità cinesi ci sono spesso nomi italiani, quanto meno sul lato del design e dell'ingegneria. Così con la stessa Chery ha collaborato Torino Design, con Brilliance la Pininfarina, e per una futura berlina Faw sta operando la Comau Engineering, del gruppo Fiat.
La presenza italiana.
La presenza più rilevante al Salone del gruppo torinese è naturalmente quella nell'auto. Ferrari e Maserati continuano a viaggiare a tutto gas, sfruttando appieno il boom del loro segmenti. Qui a Pechino è presente anche la marca ammiraglia, alle prese con il difficile trapasso dalla joint con Nanjing auto a quella – ancora in via di definizione – con la Chery. Le vendite di auto Fiat nel 2007 sono crollate di oltre il 50% a circa 13mila unità, e il 2008 non si presenta meglio: la società in comune con Nanjing è stata sciolta e la fabbrica da cui uscivano Palio, Siena e Weekend, passata a Saic quando questa ha rilevato Nanjing, è stata proprio in questi giorni venduta a Volkswagen. Qui al Salone è presente una gamma interamente rinnovata con Punto, Bravo e Linea. Le ultime due verranno importate dall'Italia già nel mese di luglio; la prima a settembre. Poiché però i dazi rendono impossibile praticare prezzi competitivi, Torino dovrà iniziare il più presto a produrre in loco. Nessuna presenza invece per Alfa Romeo, la cui 159 dovrebbe essere prodotta qui con Chery.
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